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 Monka

              “ MONKA”

                   coreografia di Giuseppe Muscarello

Interpreti - Angela D’Alessandro, Stella Pitarresi, Giuseppe Muscarello, Danilo Orfanello,

Musiche - Pansonic – Einsturzenden Neubaten – Mozart

 

L’uomo vive tra pensiero e azione, risolve la propria esistenza tra l’immaterialità del primo

E la necessità della seconda.

Sapremmo godere di una vita senza filtri? Di un agire libero, imprevedibile, rabbioso, vendicativo,

dolce e violento insieme?

Avremmo paura dell’imprevedibilità dei nostri stessi pensieri?

Probabilmente vestiremmo i panni di schiavi in rivolta. Saremmo puro movimento fatto di istinto.

Saremmo gesti misti a sentimenti in lotta. Probabilmente sarebbe un mondo di inquietudini. Oppure

No. Monka prova a scandagliare il buio di questi abissi. Lo fa senza adottare regole, senza retorica.

Non impone la ricerca di risposte. Sferra pugni e schiaffi e calci non per dare lezioni ma perché

Gli và. Con la stessa carica emotiva con la quale diventa improvvisamente un abbraccio, un corpo

Stretto ad un altro, una sete d’amore.

 

 

Monka è una corsa, una ricerca continua, a tratti quasi Estenuante, che non finisce…….

Fotografia di un percorso creativo in pieno centro.

Il racconto di un tradimento totale e perpetuo frutto di un disincanto che porta alla follia.

 

Con autocritica e autoironia ho voluto catturare,se pur filtrandone ogni passaggio, anni di laboratorio e di ricerca coreografica senza avere la pretesa di mostrare un lavoro compiuto ma bensi’ in continua Evoluzione, senza inizio e senza fine…… un passaggio di tempo.

 

 

                                                                                                                                  Giuseppe Muscarello

 

 

 

 

"Un’entità plasmatrice e corporea si fa demiurgo dei suoi stessi simili, in questa piece di danza contemporanea che il Coreografo palermitano Giuseppe Muscarello conduce in turnè con pieno gradimento di pubblico.
Iniziatore di una nuova umanità, dove l’essere creato riscopre la propria individuale foga emotiva, che lo induce a una corsa evolutiva più istintuale che Darwiniana, compressa in un’implosione di allacciamento corporeo prima, espansa in un’esplosione di presa di possesso dello spazio poi.

Non v’è legaccio che non possa essere snodato, non v’è catena che, col sudore muscolare e la rabbia cinetica, non possa essere spezzata: le due danzatrici, e l’uomo che esse si contendono, (tutti perfetti per diversità fisica e espressività mimica) inscenano una danza di pieno contatto carnale, incrociando muscoli, arti, collo e ginocchia, leve articolari, palmi delle mani e teste incrociate, in rapide sequenze che affondano le radici nel postmodernismo ideato da Merce Cunningham, che teorizzava l’espressione corporea della danza quale strumento d’espressività non necessariamente legato alla musica.

Monka è una scimmia che si trasforma in essere senziente per vie parallele a quelle note alla scienza, dove la sensazione è puro istinto e assenza di ratio, persino la scoperta del linguaggio è animale e sciolta dalle convenzioni che la selezione naturale delle parole porta con sé.
Come Orwell romanzava, e la scienza semiotica dimostra, “una popolazione con poche parole nel dizionario è una popolazione con pochi pensieri nella mente”; in Monka il paradigma è rovesciato: il pensiero e l’azione coincidono, l’animale alterna il suo essere feroce col suo trasmettere amore, poiché lo scambio non è logico ma sensoriale, improvviso, quanto intenso, e, proprio per questo, ricco di rimandi cerebrali.

Nell’evoluzione di questi demoni impegnati a liberarsi dalle catene che il genere umano ha imposto loro, lo scontro cruento si fa incontro emozionale e apertura costante di flussi di comunicazione;
è per questo che lo spazio è conquistato lentamente ma inesorabilmente, mentre il tradimento delle convenzioni, e la scoperta della propria impurità non rappresenta una sconfitta della ragionevolezza ma un’opportunità del sentimento.
Uno scambio fisico come incontro tattile di un’irruenza che non vuole mai essere distruttiva ma creatrice di nuovi legami, dettata, com’è, dall’argento vivo che ne caratterizza l’essenza.
Per chi rimane in piedi, ovviamente, bramoso di coglierne la ricchezza."

 

                                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           (DavideBuonasorte)

 

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